Valle delle Ferriere
Un'escursione da non perdere che porta nello splendido canyon della Valle delle Ferriere: sede di una vasta Riserva Naturale Integrale con diverse specie endemiche e rare, sia di flora che di fauna. Scendendo lungo il gorgogliante fiume Canneto, si ammirano anche cascate e ruderi secolari di mulini, cartiere e ferriere, per giungere infine nell'interessante centro storico di Amalfi.
• Lunghezza: 6 Km circa
• Tempo di percorrenza: 4 h circa
• Punto di partenza: Piazza Generale Avitabile, S. Lazzaro
Informazioni su valori e punti di interesse
Alla prima salita si può ammirare un panorama che ha in primo piano la Conca di Agerola con il "varco" tagliato dal Rio Penise sottostante e sul lato mare l'accorciamento improvviso causato dal cedimento tettonico che ha provocato il Golfo di Salerno. Più ampi panorami del Golfo e della costa possono essere goduti in seguito mentre si guida oltre il fianco meridionale del Monte Molignano. Si attraversa intanto fitti boschi di castagno e nei tratti più rocciosi e soleggiati tra macchia, querce miste e gariga. Più avanti ci si affaccia sulla Valle delle Ferriere: una gola profonda fino a 800 metri che le acque piovane e sorgive hanno scavato (in gesso duro e calcare del Giura) ad una velocità media di circa mezzo millimetro all'anno. Oltre al suo paesaggio quasi alpino e ai ruderi di antichi opifici, la valle è famosa per le particolarità della sua flora. Il microclima varia da punto a punto e l'esposizione dei pendii spesso supera l'altitudine; ciò porta a fenomeni di "inversione della vegetazione", con ontani e carpini che scendono fino al fondovalle e la gariga che, invece, si eleva a vette quasi montuose. Nella zona delle cascate, il microclima di fondovalle è favorevole ad una vegetazione di sottobosco quasi tropicale (amante dell'ombra e dell'umidità), in cui spiccano tre specie di felci: la grande Woodwardia radicans (qui sopravvisse alle gelate dell'ultima glaciazione) e le minori Pteris cretica e Pteris vittata. Nella stessa zona, in prossimità di alcune piccole sorgenti che forniscono acqua arricchita con bicarbonato di calcio, si può osservare il travertino in formazione che incrosta e pietrifica erbe e muschi. Le acque del fiume ospitano diversi anfibi, tra cui i tritoni, la salamandra pezzata e la rara salamandra dagli occhiali; Animali che si nutrono delle lontre che frequentano i fiumi e le sorgenti più remoti della valle. Lasciando la valle verso Amalfi si trovano diversi affascinanti resti di antiche fabbriche (che vanno dal medioevo all'ottocento) che traevano energia dall'acqua. Si tratta di cartiere, mulini e ferriere. In quest'ultimo l'acqua che precipitava violentemente in un pozzo generava anche il vento che soffiava sulle braci che provocavano lo scioglimento. Se vuoi approfondire il tema delle cartiere, è consigliabile includere nella tua doverosa visita ad Amalfi una tappa al Museo della Carta.

Informazioni sul percorso
Raggiunta in auto o a piedi la località Caneglio (su via Panoramica), nei pressi del ristorante La Taverna, si prende la mulattiera che sale verso Monte Murillo. Raggiunta la sommità si arriva ad un quadrivio, dove bisogna prendere l'unico sentiero in discesa sulla destra che, dopo alcuni tornanti in discesa e lungo un ampia via sterrata, conduce fino al fondo della valle di Nespola, per poi attraversare in quota il suo opposto fianco, prestando attenzione alla segnaletica di vernice rossa, apposta su rocce lungo il sentiero. Oltrepassato un castagneto, il sentiero si apre su una radura, caratterizzata dalla forte presenza di felce aquilina e cedui tagliati. Si prosegue sulla mulattiera stretta senza prendere alcuna deviazione, fino ad inoltrarsi di nuovo nel bosco. Dopo pochi metri, si imbocca una stretta mulattiera in discesa, con fondo prevalentemente roccioso. Dopo 500 m in discesa, si ha un bivio ove occorre svoltare a sinistra, scendendo lungo un ghiaione e incontrando la sorgente Acquolella. Proseguendo la discesa si oltrepassa un bivio, tenendosi a sinistra, per un sentiero che diventa più stretto e impervio. Senza farsi confondere dagli incroci con piste effimere create dal passaggio di muli, si continua a scendere fino a raggiungere un piccolo spiazzo con panorama dall'alto della Valle delle Ferriere. Si scende, quindi, lungo il versante a sinistra, all'interno di castagneti, fino ad intercettare -seguendolo sulla sinistra- il sentiero che da Pogerola conduce alla sorgente "Fico 'a noce". Una tabella in acciaio con inciso il nome di Giustino Fortunato, indica il punto in cui intraprendere la pista in discesa nella valle. Dopo un breve tratto, si costeggia il primo affluente del fiume Ceraso -corso principale della Valle delle Ferriere-, seguendo l'unico stretto sentiero che conduce al cuore della vallata. Arrivati in piano, riuscendo a scorgere il fiume Ceraso, si prosegue sul sentiero che, costeggiando l'antico acquedotto, conduce ad Amalfi, superando resti di cartiere, di una ferriera e di un'antica centrale idroelettrica riattata, con annesso museo. Svoltando a sinistra, invece, si giunge nella zona di massima protezione della Riserva, visitabile solo se autorizzati ed accompagnati da un ufficiale della Caserma Forestale, o da propri delegati. A tal proposito rivolgersi alla Pro Loco o all'Associazione Sentieri degli Dei.
Per il rientro ad Agerola ci si può servire delle corse della SITA, con cambio ad Amalfi.